Dragon Trainer

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Pintu85
view post Posted on 26/3/2010, 18:26




Recensione comingsoon.it

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Un villaggio vichingo è infestato da draghi che arrivano periodicamente a saccheggiarlo. Per questo motivo, tutta la vita sociale della comunità ruota attorno al mito della virilità e della caccia al mostro, e l'iniziazione alla maggiore età è costituita dall'uccisione di un drago. Ma Hiccup, figlio del terribile Stoych, non è un ragazzino come tutti gli altri. E' la disgrazia del paese e dell'eroico padre. Fino al giorno in cui ferisce una terribile Furia Buia, un drago nero che ribattezza Sdentato, e finisce per prendersi cura di lui e farci amicizia. Grazie a lui, dapprima in segreto, poi con la complicità della giovane Astrid, Hiccup impara molte cose sugli antichi nemici e aiuta il villaggio, senza tradire la propria natura.

E’ davvero un bel film d’avventura questo Dragon Trainer, diciassettesima creatura della DreamWorks Animation, e seconda opera in 3D dopo Mostri contro Alieni. Tratto da una serie di libri per bambini ("Come addestrare un drago" di Cressida Cowell), riesce a fare della sua semplicità un punto vincente. Come nei classici del fantasy, a partire dal ciclo arturiano, l’adolescente mingherlino ignorato o dileggiato da tutti, si rivela l’eroe che tutti aspettavano, e l’intelligenza e la sensibilità prevalgono sempre sulla forza bruta. A ben guardare un messaggio nemmeno troppo scontato di questi tempi. Ormai sicura sul piano narrativo e tecnico (il 3D di Dragon Trainer è essenziale e perfetto, e nei suoi momenti migliori ricorda Avatar), la DreamWorks - in questo caso nelle persone dei creatori di Lilo & Stitch, i transfughi Disney Dean DeBlois e Chris Sanders – riesce con questo film a rinnovare in modo spiritoso - e godibile a tutti i livelli – un genere più volte affrontato dal cinema, e ad arricchire in modo sostanziale il bestiario delle sue creature immaginarie.

Se draghi di ogni forma, carattere e dimensione si erano già visti nella bella serie francese Cacciatori di draghi, Dragon Trainer va oltre, e riesce a dare credibilità a uno di questi esseri, facendone un misto tra un gigantesco gattone e un cagnolino, ideale contraltare del ragazzino protagonista (come lui incompreso da tutti). I vichinghi del film sembrano a tratti usciti dalle strisce di Hagar l’Orribile di Dik Browne (a cui molto somiglia lo Stoych doppiato in originale da Gerard Butler), e mettere insieme questi due pilastri dell’immaginario infantile in modo convincente e non scolastico è uno dei grandi meriti del film. La scommessa fatta dagli autori è a parer nostro vinta: il divertimento è altissimo, i personaggi minori sono ben caratterizzati e il fascino delle creature alate è in grado di favorire l’identificazione coi protagonisti e trasportare gli spettatori – grandi e piccoli – in un viaggio mozzafiato.

Tra gli elementi più belli del film c’è l’attenzione riservata al rapporto tra padre e figlio adolescente. La scena in cui Stoych torna da una missione e scopre che il ragazzino tanto disprezzato è ora l’idolo del villaggio, è semplicemente esilarante: il gigante è imbarazzato e a disagio, ma felice di aver “parlato” col figlio da uomo a uomo. La solennità del dono dell’elmo vichingo, rito di passaggio tra generazioni, ha un contraltare ironico e irriverente nella rivelazione della provenienza del copricapo. E di questi piccoli e raffinati momenti umoristici il film è letteralmente pieno. Ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, come si conviene a una pellicola che mette in gioco la nostra voglia di esplorare le isole proibite della nostra infanzia, a cavallo delle mostruose creature alate ingiustamente calunniate dagli adulti.
 
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Lonely_Sniper
view post Posted on 26/3/2010, 20:44




Alcuni miei amici sono andati a vederlo, io no, poi mi diranno com'è.
Qualcuno di voi l'ha visto?
Com'è?
 
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1 replies since 26/3/2010, 18:26   16 views
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