Cosa voglio di più

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Pintu85
view post Posted on 29/4/2010, 17:31




Recensione comingsoon.it

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Dopo aver raccontato in Giorni e nuvole del dramma dei nuovi poveri attraverso le vicende di una coppia (ex) borghese, Silvio Soldini prosegue con questo Cosa voglio di più nella sua ricognizione delle conseguenze sul privato sociale e sentimentale della crisi economica. In questo caso, attraverso la cronaca dell’amore clandestino tra Anna e Domenico (due che la classe media non la sfiorano nemmeno), ecco che si esplorano le forme, le modalità e le possibilità che assume oggi l’amore di fronte alle ingerenze dell’economia.

Perché Cosa voglio di più è evidentemente un film a tema, ed in questo si ritrovano le sue luci e le sue ombre. Più di una battuta messa in bocca ai protagonisti, infatti, mira a ricordarci (?) come persino l’amore, oggi, sia da considerare alla stregua di una merce, che non tutti si possono permettere. Se i capi hanno i soldi per sposarsi tre volte, Domenico è restio a lasciare la famiglia perché “non vuole far mancar nulla ai figli”: e attenzione, che non si parla di contraccolpi psicologici o di presenza paterna costante, ma di corsi di danza e giocattoli nuovi e mutui.

C’è indubbiamente del vero, nella tesi portata avanti con uno sguardo sociologicamente e cinematograficamente corretto dal film, ma sono innegabili anche due errori conseguenti nei quali si incappa: questo meccanicismo economico dell’amore porta ad una eccessiva oggettivazione e reificazione della storia raccontata, penalizzando il ritratto di una passione e delle sue conseguenze psicologiche; e quindi lasciando pochissimo spazio all’affermazione della legittimità morale ed etica della storia d’amore tra i due protagonisti. Soldini, insomma, lascia che gli aspetti sentimentali e morali siano comunque subordinati alle regole dell’economia, tanto da dimenticare di mostrarcene il vero calore e la vera dirompenza, persino nel dilemma.

Forse in questo risiede la scelta di mostrare esplicitamente (ma senza pruderie) il sesso tra Anna e Domenico, e di mettere a nudo i corpi e le carni degli attori (bravi, entrambi, soprattutto la Alba Rohrwacher) che li interpretano: perché l’aspetto fisico, materiale, appare prevalente su quello intimo e interiore, che non supera i bisticci tra innamorati a distanza (forzata). In questo modo, il dubbio serpeggia legittimo: che Anna e Domenico, in fondo, oltre agli amplessi consumati nei motel abbiano poco altro a che spartire, e che il loro fuoco sia destinato ad estinguersi presto. Affari loro, indubbiamente: ma alla logica complessiva di Cosa voglio di più questo non è di particolare aiuto. Ché allora il primato della struttura economica e (poi) sociale appare quasi legittimato.
 
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