Due vite per caso

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Pintu85
view post Posted on 5/5/2010, 18:04




Recensione comingsoon.it

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Mentre sta accompagnando il suo amico all’ospedale a causa di un innocuo taglietto, Matteo tampona un’auto di poliziotti in borghese. Da quel momento la vita del ragazzo viene influenzata da questo episodio fortuito. Ma cosa sarebbe accaduto se fosse riuscito a frenare in tempo? Alla maniera in cui a suo tempo Sliding Doors fece con le vicende amorose di Helen/Gwyneth Paltrow, il film di Alessandro Aronadio esplora le sue possibili vite che il suo protagonista avrebbe potuto prendere, accomunate dal senso di rabbia repressa che accomuna le due differenti versioni di Matteo, schierate agli estremi opposti di una barricata ideologica.

Due vite per caso ha come tema principale la rappresentazione dell’impotenza e della conseguente immobilità di fronte ad un sistema etico, economico e culturale che taglia fuori i giovani da qualsiasi possibilità di sicurezza. Molto liberamente tratta da un racconto di Marco Marco Bosonetto, la sceneggiatura porta avanti questo discorso in maniera piuttosto discontinua, lasciando al silenzio della figura principale il compito di sostituire la retorica dei dialoghi spiattellati in maniera esplicita. Questa scelta si rivela in alcuni momenti eccessivamente abusata, e non rende pienamente logico l’arco narrativo delle due “versioni” di Matteo. A bilanciare questo squilibrio narrativo però accorre l’idea di messa in scena di Aronadio, che si rivela sorprendentemente coerente per essere un esordio italiano. L’attenzione alle dominanti cromatiche presenti nelle varie scene, il taglio delle inquadrature, la volontà di stare attaccati alla figura di Matteo senza essere ridondanti, l’utilizzo della bella musica di Louis Siciliano come contrappunto emozionale alle situazioni: tutte queste componenti partecipano alla costruzione estetica di una pellicola che contiene al proprio interno alcune scene molto belle, la cui atmosfera riesce a restituire al pubblico momenti di cinema profondamente intimista. Merito di questo va anche attribuito all’interpretazione finalmente convincente di Lorenzo Balducci, calatosi nel doppio ruolo di Matteo con una notevole adesione, sia psicologica che emotiva.

Anche se pervaso da alcune ingenuità di fondo, dovute principalmente all’inesperienza ed alla voglia di raccontare di un regista esordiente, Due vite per caso possiede alcune evidenti qualità estetiche che lo rendono un lavoro tutto sommato apprezzabile. La forza propositiva delle immagini - va menzionato anche il contributo della fotografia di Mario Amura – è quello che maggiormente rimane impresso di questo lungometraggio: si tratta di una qualità purtroppo sempre più rara per il nostro cinema, e quindi ancor di più va a nostro avviso sottolineata.
 
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