Christine Cristina

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Pintu85
view post Posted on 6/5/2010, 17:29




Recensione comingsoon.it

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C'era un tempo in cui in Italia esistevano i cinema. Non i multiplex che danno più o meno tutti gli stessi film, da consumare in fretta tra un secchiello di popcorn e una bibita gasata, ma tantissime sale, in provincia e nella grande città, che offrivano a qualsiasi tipo di spettatore la possibilità di vedere il film che preferiva. In quest'epoca felice e che sembra ormai più remota di quella preistorica, un film come Christine Cristina avrebbe sicuramente trovato il suo pubblico. Oggi questo pubblico, se ancora esiste, dovrà andarselo a cercare col lanternino, e i realizzatori sperare nel fatidico passaparola perché possa conquistarsi una sua nicchia. Purtroppo questi sono i tempi in cui viviamo, ed è forse anche per questo che abbiamo apprezzato il debutto di Stefania Sandrelli dietro la macchina da presa.

Ci vuole passione e coraggio per presentare, oggi, la storia di Cristina da Pizzano o Christine de Pisan, passata alla storia della letteratura come poetessa e scrittrice innovativa e influente, donna di eccellenza in un periodo buio come il Medioevo (sia pure nel suo confluire nell'Umanesimo). Una donna vedova e con due figli, italiana e francese al tempo stesso, figlia del defunto astronomo di corte del defunto re Carlo V e mal vista dai Borgognoni, che col coraggio della sua volontà, e il determinante incontro con figure maschili a modo loro eccezionali (il cantastorie Charleton e l'Arcidiacono di Notre Dame), si afferma come letterata in un mondo in cui la cultura è appannaggio di pochissimi, e ancora meno sono in grado di leggere e scrivere. E lo fa con grazia, gentilezza, senza mai mettersi in competizione col mondo maschile (anche se risponde “per le rime” a un vacuo vate di corte) ma sfruttando al meglio le sue doti femminili, senza scendere a compromessi umilianti per la propria dignità. E' un personaggio che è quasi un role model a cui guardare oggi come fonte di ispirazione: in un momento storico in cui la cultura è inspiegabilmente finita in fondo alla scala dei valori e la barbarie avanza, la storia di Christine ci ricorda che il Medioevo è appena dietro l'angolo, e che l'arte e l'attività del pensiero possono elevarci al di sopra della brutalità dell'epoca in cui ci tocca vivere.

Nel ritratto di questa sua protagonista, Stefania Sandrelli non è mai pedante e cattedratica. Ha la giusta delicatezza del tocco nel rappresentare una storia che è semplice e contenuta, si appoggia su un'ottima sceneggiatura (firmata da Giacomo Scarpelli e supervisionata dal grande Furio, recentemente scomparso, che ha contribuito all'adattamento dei versi) e ad attori che aderiscono con passione al loro ruolo. Non è un'operazione per palati superficiali, ma non pretende nemmeno di essere un capolavoro, e anche se non tutti gli elementi appaiono ben amalgamati, il ritratto di Cristina ne esce con tutti i colori giusti. Con le belle musiche di Pasquale Catalano, il condimento sapido dell'ironia che fa sì che la storia non sia mai pesante e noiosa, 90 minuti di durata e scintillanti vette recitative toccate soprattutto da Alessandro Haber e da quel mostro di bravura che è Roberto Herlitzka, Christine Cristina rende giustizia anche alla personalità e al carattere della sua regista: una donna che con la sua indecifrabile grazia e leggerezza ha attraversato i decenni migliori del cinema italiano e che, a quanto pare, ha ancora molte sorprese da riservarci, non solo davanti alla macchina da presa.
 
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