Draquila

« Older   Newer »
  Share  
Pintu85
view post Posted on 6/5/2010, 17:34




Recensione comingsoon.it

image

Quando nel trailer e nelle prime scene del film Draquila vediamo Sabina Guzzanti truccata da Berlusconi alle prese con la sua ossessione principale e ascoltiamo una voce fuori campo definire il premier “stronzacchione” confessiamo di aver temuto che il film facesse parte di quella deriva psicanalitica che coglie da anni la sinistra e la Guzzanti in maniera non marginale: ogni aspetto del nostro Paese viene catalizzato intorno alla figura del Presidente del Consiglio creando paradossalmente forme di immobilismo in cui alla politica si sostituisce un gridare all’eccezione democratica che, piaccia o no, l’elettorato italiano non ritiene tale.

Per fortuna però la Guzzanti è sì faziosa, ma solo a tratti si lascia deviare dal cuore pulsante del film: la denuncia del modo in cui è stata messa in piedi la ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila. Partendo dalla teoria che Berlusconi fosse in crollo di consensi in seguito ai vari scandali escort-velinici (ma ne siamo proprio così sicuri?) cerca di dimostrare come il vampirico premier abbia sfruttato la situazione tragica per farne un veicolo di risalita e un ennesimo stucchevole “miracolo italiano”. Il tutto con l’aiuto della Protezione Civile, vero e proprio braccio armato che grazie a creativi cavilli legislativi ha in mano non solo le emergenze nazionali, ma anche una grande quantità di eventi, grandi, ma anche medi o piccoli, con la possibilità di spendere quantità enormi di denaro aggirando, per ragioni di eccezionalità, i controlli previsti normalmente dalla legge.

Il film vola alto quando rimane concentrato sulla realtà abruzzese, sulle strade del centro storico fantasma o sulle illuminanti e inedite pagine sulla vita quotidiana nei campi di accoglimento, militari o quasi, in cui addirittura il regolamento interno vieta il consumo di coca cola per non eccitare gli animi. Quando della ricostruzione si contesta l’aver creato tante L’Aquila 2 sradicando migliaia di persone dalla propria storia, dal proprio stile di vita, quando si sarebbe potuto con minore spesa ristrutturare il centro storico. Il film poi sembra voler sottolineare l’assenza della stampa, di quello che dovrebbe essere l’anticorpo principale nei confronti delle storture del potere, raccontandoci la struggente vicenda di un giornalista locale che, spinto da quanto diceva la Protezione Civile, aveva rassicurato per giorni i concittadini arrivando la notte del dramma a convincere a restare a letto i propri bambini, poi morti nella scossa fatale. La Guzzanti ha insomma il merito di farsi da parte e abbandonare il protagonismo poco calibrato del suo Le ragioni dell’aragosta.

Un domanda però ci viene: è possibile che in un film sul terremoto dell’Aquila non sia stato dedicato neanche un secondo alle vergognose responsabilità di cui ha costruito con criteri edilizi criminali, che ha permesso di costruire edifici in cemento armati con della sabbia marina. Insomma, giustamente il film segnala le responsabilità di chi ha fallito nella sua responsabilità di prevenzione, ma costruire con rigorosi criteri sismici (vedi Giappone) non ne è il principale mezzo? Draquila non risparmia stoccate all’opposizione del Partito Democratico, assente e apatico nei confronti della costruzione della macchina di consenso terremoto-berlusconiana.

Si sprecano i parallelismi fra il cinema di Michael Moore e quello di Sabina Guzzanti, ma dobbiamo dire che a livello estetico formale e per l’attenzione al ritmo avvincente della narrazione siamo su due livelli diversi, anche Draquila è realizzato con valori tecnici rivedibili. Difficile però non provare rabbia e frustrazione che non rimane epidermica, ma interiorizzata anche a distanza di tempo dalla visione del film, merito non da poco per un Paese che sembra aver bisogno di comici (vedi Grillo). Gli eroi, invece, non si vedono certo all’orizzonte.
 
Top
0 replies since 6/5/2010, 17:34   14 views
  Share