Saw VI

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Pintu85
view post Posted on 28/5/2010, 17:46




Recensione comingsoon.it

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Il detective Hoffman, segretamente esecutore delle volontà del serial killer Jigsaw, ha una bella gatta da pelare: mentre ha allestito una trappola per mettere alle strette il direttore di un ufficio di assicurazioni sanitarie (e relativo sfortunato personale), il cerchio investigativo intorno a lui si chiude... La saga di Saw è iniziata nel 2004 quando il regista James Wan allungò, con la complicità dell'attore e cosceneggiatore Leigh Whannell, un suo corto dell'anno precedente. Giunti al sesto episodio di una serie che non accenna a terminare (è già stato annunciato Saw VII!) viene da porsi domande, più che sulla qualità del film in sé, sul fenomeno che l'ha generato.

L'uso di un personaggio centrale perverso e/o demoniaco, pronto alla trasfigurazione iconica, è lo stesso che ha garantito a Freddie Kruger (Nightmare), Jason Voorhess (Venerdì 13) e Michael Myers (Halloween) una permanenza nell'immaginario. Da questo punto di vista la staticità distante e moralista di John Kramer/Jigsaw e del suo interprete Tobin Bell sono di sicuro meno coreografiche, ma la serie compensa spalmando lo spettacolo sulle trappole allestite da Jigsaw e dagli eredi. Se ci si pensa, non è una strategia dissimile da quella dei Final Destination (ancora a quota quattro episodi), dove il motore drammatico delle morti paradossali non solo rende inafferrabile il nemico ma presenta un indubbio vantaggio per gli autori: se è una filosofia assassina a contare, più che gli esecutori, i sequel possono rinnovare il parco “cattivi” così come il parco “buoni” senza rischiare il tradimento del franchise e garantendo maggiore freschezza.

La catena di Sant'Antonio dei test sadici di Jigsaw vive, oltre che di un rapporto spesa/ricavo da capogiro (11 milioni di costo, 62 milioni di incasso solo in America!), di una fidelizzazione del pubblico assimilabile a quella delle serie tv: continuity stretta, uscite annuali, regia effettistica con accelerazioni e flash che non possono non far pensare a CSI, e un team che i produttori mantengono coeso. A parte gli attori, con un campionario di visi e smorfie da vera serie C, Wan e Whannell continuano a figurare come executive producer, mentre la sceneggiatura è in questo caso di nuovo affidata agli autori della seconda trilogia, cioè Patrick Melton e Marcus Dunstan. Alla regia c'è un debutto: Kevin Greutert, montatore di tutti i film precedenti, che viene dopo il David Hackl del quinto capitolo, scenografo e regista della seconda unità nel secondo, terzo e quarto atto.

Con questa strategia produttiva a prova di bomba, basata sulla specializzazione “sawesca” della troupe, perché la saga dovrebbe fermarsi? Chuck Jones creò più di 40 corti con infiniti marchingegni marca ACME per il povero Wile Coyote. L'Enigmista ha la stessa fantasia e il suo motore morale sono le cattiverie umane. Punirle tutte equivale più o meno al chimerico imprigionamento di Beep Beep.
 
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